Sentieri Escursionistici

  • CAI 787: COSTA-VALGODA
  • CAI 791: PIOVEGA DI SOTTO
  • CAI 868: PIOVEGA DI SOPRA
  • CAI 868: ENEGO-MONTE LISSER
  • CAI 865: STONER-LISSER
  • CAI 845: CASTELLONI DI SAN MARCO
  • CAI 842: CASTELLONI DI SAN MARCO/CIMA CALDIERA
  • CAI 841: CIMA CALDIERA
  • CAI 840: MONTE ORTIGARA

 

 

Descrizione:

 

CAI 787: COSTA-VALGODA

 

Chi percorre per la prima volta questo tracciato avrà la sorpresa di raggiungere inaspettatamente un mirabile nucleo di case, ora pressoché disabitato, aggrappato in alto sopra il Brenta, che testimonia la caparbia capacità dei nostri antenati di sfruttare per vivere ogni minima possibilità offerta dal terreno. In basso le terrazze erano anche coltivate a tabacco.

 

Il percorso inizia dalla località Costa, frazione a Nord di Valstagna, da cui dista circa 5 Km.. Raggiunta la Chiesa (posti auto)(m. 179), ci si avvia a fianco di essa fra le case, verso Nord-Ovest, per una stradina asfaltata in salita che finisce in un gruppo di case dopo circa 200 metri(1). Sulle destra si imbocca una mulattiera lastricata che sale, dolcemente, fra le terrazze ancora coltivate a orto e appezzamenti erbosi. Il percorso si alza lungo un dosso e, superata una piccola casa in rovina, si piega a sinistra (Ovest) e si entra in una valletta e la si risale con serpentine e tornanti fino a q. 450. La si abbandona piegando decisamente verso destra (Est) e si prosegue lungamente, quasi in piano, sotto una fascia rocciosa. Alla fine di questa, guadagnata la dorsale (m.650 circa)(2) la mulattiera riprende a salire con ampi tornanti fino a raggiungere le case del grazioso centro di Valgoda (m. 839, ore 2,15).

 

CAI 791: PIOVEGA DI SOTTO

 

Questo percorso segue una delle mulattiere lastricate più antiche e storicamente importanti di questa zona. Vengono superate le suggestive bastionate di rocce sovrastanti la valle per raggiungere i declivi dove sorge Enego con le sue contrade. La presenza di capitelli lungo il percorso testimonia la radicata fede religiosa dei montanari.

 

La partenza, si raggiunge seguendo la provinciale Destra Brenta, per circa 10 Km a Nord di Valstagna, fino alla località Pioveva di Sotto, conosciuta anche come Cornale. La partenza, si può raggiungere anche dalla Statale 47: proveniente da Nord attraverso un ponticello carrabile sul Brenta oppure, proveniente da Sud, lasciando l’auto nel parcheggio del Forte Tombion e utilizzando il sottopasso per pedoni. A fianco di un capitello votivo inizia la mulattiera lastricata in direzione Nord-Ovest. Il tracciato si alza rapido, con ampi tornanti, sopra la gran parete di roccia che sovrasta il forte, dove s’incontra un secondo capitello dedicato a S. Antonio. Sulla sinistra si nota una piccola ma impegnativa palestra di roccia. Ora la mulattiera diventa quasi pianeggiante e poco più avanti s’incontra un terzo capitello detto “dei Meneghini”. Poco dopo il capitello e nei pressi di un crocifisso, si lascia sulla sinistra la mulattiera per il Col Bertaise e si prosegue in piano. Si esce nella provinciale che sale ad Enego e, dopo un sottopasso, si comincia a salire attraversando le contrade di Fosse di Sotto (m.532), poi Fosse di Sopra (m.612). Dopo quest’ultima, piegando decisamente verso Ovest, si percorre l’ultimo tratto di salita e si esce nella piazza di Enego (m. 551, ore 2,00).

 

CAI 868: PIOVEGA DI SOPRA

 

Questo percorso segue una della mulattiere lastricate più antiche ed importanti che fino ai primi del ‘900 collegava la montagna e l’abitato di Enego al Canale dal Brenta nei pressi dell’importante snodo di Primolano. Per secoli esso costituì la principale via di trasporto verso valle del legname proveniente dai boschi della Marcesina.

 

L’itinerario prende avvio dall’abitato di Piovega di Sopra, situato poco a Sud del ponte sul fiume Brenta, lungo la strada provinciale che sale verso Enego. Nel tratto iniziale il sentiero risale trasversalmente il ripido pendi, attraversando più volte la strada provinciale, fino a raggiungere le case Giardinetto dalle quali, dopo un ampio tornante, ci si immette sul terrazzo prativo di località Crosara. Qui inizia il tratto sicuramente più suggestivo del percorso che, attraversando prati terrazzati, pascoli ed antiche contrade (Mugnai, Fosse di Mezzo e Fosse di Sopra), sale in direzione Ovest raggiungendo, dopo aver nuovamente incrociata la strada provinciale, l’abitato di Enego in prossimità del complesso della Croce Rossa (ore 1,40 circa).

 

CAI 868: ENEGO-MONTE LISSER

 

Questo percorso segue una della mulattiere lastricate più antiche ed importanti che fino ai primi del ‘900 collegava la montagna e l’abitato di Enego al Canale dal Brenta nei pressi dell’importante snodo di Primolano. Per secoli esso costituì la principale via di trasporto verso valle del legname proveniente dai boschi della Marcesina.

 

Dall’ abitato di Enego in prossimità del complesso della Croce Rossa, attraversata la strada che conduce a Frizzon, si prosegue in prevalente direzione Ovest risalendo senza particolari difficoltà la dorsale boscata che delimita la valle dell’Ulbel. Superata la pozza del Tombal, a circa 1150 m di quota, ci si immette sull’ampio pascolo di Casara Tombal attraversando il quale si raggiunge in prossimità della baita Monte Lisser, la strada che sale dal bivio Dori verso la Piana di Marcesina, ove termina il percorso (ore 1,30 circa). Per quanti lo desiderano è possibile proseguire salendo al forte Lisser seguendo l’itinerario 865.

 

CAI 865: STONER-MONTE LISSER

 

Il sentiero si snoda lungo pascoli e strade carrarecce in un ambiente molto vasto che domina la parte Est dell’Altopiano. Il sentiero conduce fino alle imponenti strutture del forte Lisser che è stato recentemente recuperato. Magnifica la vista sul Grappa e le vette circostanti.

 

Il percorso inizia in località Stoner vicino alla chiesa, a q. 1060 m, con direzione Nord/Nord-Ovest, e prosegue lungo la dorsale che separa le valli del Pirco e di Godeluna. Superate le contrade di Godenella, Marinelli, e la Casara Crestani si piega, poco più avanti di quest’ultima, verso Ovest fino a toccare fontana Pirco, oggi asciutta. Da qui il sentiero prosegue in direzione Nord-Ovest raggiungendo in breve la strada che giunge da località Tombal. Da qui si prende la strada sterrata che sale al Monte Lisser. Lungo la strada si incontrano i ruderi delle caserme che ospitavano durante la guerra la guarnigione del forte Lisser. Sulla cima, a quota 1633 m (ore 2,20), troviamo appunto il forte, una delle più moderne ed interessanti opere corazzate realizzate sull’Altopiano. Splendida la veduta su Cima d’Asta e le Pale di San Martino. Dal forte il sentiero scende in direzione Est e superata la testata della Val Rastina, il sentiero piega nuovamente verso Est, seguendo in parte il tracciato di una vecchia pista da sci. Attraversata la strada che porta alla casara Lisser (1405 m) si piega verso Sud-Est raggiungendo in breve la strada principale che sale a Lambara. Prendendo a sinistra si arriva infine al Tombal (q. 1255, 3 ore). Per ritornare a Stoner si può riprendere la strada che riconduce a Lambara e quindi percorrere a ritroso il sentiero di salita.

 

CAI 845: CASTELLONI DI SAN MARCO

 

Il tracciato porta a raggiungere il crinale Nord dell’Altopiano lungo un agevole sentiero che consenti di raggiungere un’inaspettata località, modellata come una piccola città di pietra. Lungo il ciglio strapiombante sulla Valsugana è possibile godere di uno splendido panorama. L’esplorazione particolareggiata del labirinto dei Castelloni, già utilizzato a difesa delle truppe italiane durante la prima guerra mondiale, risulta indubbiamente di grande interesse e suggestione: si raccomanda di attenersi all’apposita segnaletica.

 

Per raggiungere il punto di partenza dell’itinerario occorre risalire la Valle di Campomulo e seguire la strada che porta all’ Ortigara per circa 17 km fino a 250m prima della deviazione che porta al Sacello di Malga Fossetta. In corrispondenza di una conca prativa delimitata a Nord da pareti rocciose, ha inizio il percorso (1570m). Seguendo per un breve tratto la strada militare della Triffgruba e quindi una carrareccia di guerra  che, continuando in prevalente direzione Nord,  scavalca la strada per Malga Fossetta e superata una modesta sella, si immette nel pascolo della malga (q. 1666, ore 0,30). Lasciando sulla sinistra la casara si prosegue in direzione Nord, sempre lungo un’agevole mulattiera, attraversando con qualche saliscendi il pascolo. Entrati nel bosco, il percorso piega verso Nord-Est e quindi nuovamente verso Nord, superando un primo gradone che ci porta al bivio , dove inizia e si chiude l’anello sommitale dei Castelloni (1690 m). Di qui si consiglia di seguire il sentiero che, piegando decisamente verso Sud-Est, prima scende e poi risale in direzione Nord-Est le pendici meridionali dei Castelloni incrociando l’itinerario 842 (q. 1780) e raggiungendo a q. 1808 (ore 1,40) l’imbocco del labirinto dei Castelloni. Il sentiero prosegue ora in direzione Nord-Ovest, attraversando i meandri più o meno spaziosi che caratterizzano la parte centrale dei Castelloni. Per quanti lo desiderano è tuttavia possibile abbandonare il sentiero principale ed addentrarsi nel labirinto naturale, seguendo le apposite indicazioni (tabelle numerate da 1 a 48 in circa 30 min.). Usciti dal labirinto si riprende il sentiero principale fino ad una selletta posta lungo il crinale settentrionale dei Castelloni, da qui invertita la direzione di marcia si scende rapidamente verso Sud. Dopo aver oltrepassato il bivio con il sentiero 842, si ritorna in breve a chiudere l’anello reimmettendosi nel tracciato di salita e per questo si fa ritorno al punto di partenza (ore 3,30).

 

CAI 842: CASTELLONI DI SAN MARCO/CIMA CALDIERA

 

Il percorso costituisce il naturale completamento della rete sentieristica che dalla Piana di Vezzena si sviluppa lungo le creste settentrionali dell’Altopiano. Dalla Cima della Caldiera il nuovo sentiero raggiunge dapprima i Castelloni di San Marco e quindi il confine regionale, donde è possibile seguendo il sentiero SAT 242, raggiungere la Piana di Marcesina.

 

Il nuovo sentiero prende avvio dall’ultimo tornante della strada che risale le pendici orientali della Caldiera che si raggiunge seguendo l’itinerario 841. Dal tornante si inizia a scendere rapidamente lungo una vecchia mulattiera di guerra fino ad uno spiazzo dove una croce in legno segna la presenza di un piccolo cimitero. Dal cimitero il percorso prosegue verso Sud-Est all’interno di un tipico bosco di alta quota fino a raggiungere la distesa prativa di Prato Moline, da cui è possibile, con una breve deviazione verso Nord, raggiungere la Porta Moline e godere di una suggestiva vista sulla Valsugana. Ripreso il cammino, dopo aver oltrepassato la Porta Incudine, il sentiero scende rapidamente in direzione Sud-Est, fiancheggiando la cima Isidoro, verso la Busa dei Quaranta. Dalla Busa si raggiunge in breve il sentiero 845 seguendo il quale si risalgono le pendici Nord-Ovest dei Castelloni di San Marco. Giunti sulla sommità, sempre per segnavia 845, si attraversa il grandioso labirinto di pietra. Usciti dal labirinto, si inizia la discesa dai Castelloni lungo il versante Sud fino al bivio di quota 1780 m, dove riprende l’itinerario 842. Seguendo dapprima uno stretto sentiero, e quindi una piacevole mulattiera, si incontra il sentiero 869. Per chi lo desidera è possibile, seguendo il sent. 869, raggiungere il cippo n°1 che si protende come una sorta di incudine sulla vallata (ore 2,00). Dal bivio con il sentiero 869 il percorso (che assume la numerazione SAT 242), degrada lungo il margine settentrionale del Lagonsin fino a raggiungere il riparo Dalmèri e per strada forestale, risalire la val Campo Capra e quindi guadagnare la parte settentrionale della Piana di Marcesina

 

CAI 841: CIMA CALDIERA

 

Il percorso, complementare all’itinerario 840, si snoda attraverso le imponenti posizioni italiane della Cima della Caldiera e del Pozzo della Scala, che costituivano la base d’appoggio delle truppe italiane impegnate nell’assalto all’Ortigara.

 

Dal Piazzale del Lozze (1771 m), in prossimità dell’area attrezzata, si imbocca la strada militare  che risale le pendici occidentali della Cima Campanella. Giunti nei pressi di un’ampia conca (1975 m) che si apre alla base della caratteristica “piramide” della Cima Caldiera, si incontrano alcune caverne realizzate dai genieri italiani tra l’estate del 1916 e del 1917 e destinate a deposito di materiali vari e munizioni. Lasciato sulla sinistra i sentiero “giallo”, che ritorna alla chiesetta del Lozze, si prosegue ancora verso Nord risalendo il versante orientale della Cima Caldiera e, dopo un ultimo tornante, si raggiunge la selletta posta sotto la cima (2124 m, ore 1,20). In prossimità della selletta si consiglia di abbandonare l’itinerario principale e, piegando verso Nord, seguire il sentiero che conduce all’imponente osservatorio in caverna su più piani. Dall’ingresso dell’osservatorio con un ultimo strappo è possibile visitare i resti dell’osservatorio Torino (q. 2098 m). Ritornati alla selletta, lungo il crinale, seguendo i resti delle trincee italiane, il percorso inizia a scendere verso Ovest, fino a raggiungere la depressione del Pozzo della Scala. L’itinerario prosegue ancora in direzione Ovest, ripercorrendo uno dei passaggi obbligati (varco sud) utilizzati dai soldati italiani durante l’assalto all’Ortigara. Si giunge così in breve al baito dell’Ortigara, da cui è possibile rientrare a Piazzale Lozze prendendo in direzione Sud il sentiero che si sovrappone con l”itinerario 840, passando nei pressi di Monte Lozze e dell’omonima chiesetta; quindi si scende lungo la stradina e si raggiunge in breve il punto di partenza (ore 2,30 circa).

 

CAI 840: MONTE ORTIGARA

 

Il tracciato porta a raggiungere il monte più conosciuto e frequentato dell’Altopiano, meta di pellegrinaggio di chi vuole visitare uno dei luoghi più aspramente contesi durante la prima guerra mondiale, ancora ricco di resti, testimonianze, monumenti in gran parte recuperati nell’ambito del progetto dell’ Ecomuseo della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine. Nel tratto che dalla quota 2086 m dell’ Ortigara scende verso il Passo dell’ Agnella (q. 2008 m) si raccomanda la massima prudenza in quanto, pur adeguatamente attrezzato, il sentiero risulta ripido ed, in alcuni tratti, esposto.

 

L’itinerario prende avvio dal Piazzale del Lozze che si raggiunge risalendo la Valle di Campomulo e poi risalendo la parte superiore dell’Altopiano per una strada solo in parte asfaltata. Dal Piazzale (1771 m) si imbocca, verso Ovest, la stradina che risale trasversalmente, con accentuato pendio, il versante Sud di Cima della Campanella e del Monte Lozze fino a raggiungere la chiesetta del Lozze (1890 m, ore 0,25) e l’omonima Madonnina. Il percorso prosegue verso Nord-Ovest con modesti saliscendi fino al baito dell’Ortigara (q. 1937 m); da qui, piegando decisamente in direzione Ovest, si inizia a risalire il Coston dei Ponari per raggiungere la cima del Monte Ortigara contraddistinta dalla colonna mozza eretta nel 1920 dall’A.N.A. a ricordo dei tragici combattimenti del giugno 1917 (q. 2106 m, ore 1,45). Dalla colonna il sentiero prosegue in direzione Nord, lungo la dorsale sommitale, degradando lentamente verso quota 2086 m, dove si incontra il cippo austriaco. Da qui si scende ora rapidamente, giovandosi dell’aiuto di alcune corde fisse, il versante occidentale dell’Ortigara, si attraversa la galleria Biancardi e si giunge al Passo dell’Agnella. Il sentiero piega ora decisamente verso Sud, ricongiungendosi al percorso di andata nei pressi del baito dell’Ortigara. Di qui, seguendo a ritroso il tracciato di salita, si torna al Piazzale Lozze (ore 3,15).

Con il patrocinio del Comune di Enego

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