La torre, alta circa 22 metri, ultima rimasta intatta delle 4 originali, facenti parte di un castello eretto dai Veronesi Scaligeri (Cangrande Della Scala) e situata nella piazza principale, è sopravvissuta ai vari bombardamenti e sconvolgimenti degli anni ed è, assieme al Duomo, il simbolo di Enego. Già visibile dal basso, percorrendo la strada che sale dalla Valsugana, attraverso la frazione di Fosse è l’unica costruzione medievale presente su tutto l’Altopiano.
La torre è visibile al pubblico in periodi prestabiliti, attraverso un accesso molto semplice tramite il quale si può arrivare sulla cima e quindi godere del maestoso panorama. E' inoltre presente al suo interno, il museo storico contenente cimeli archeologici, geologici, medievali e altri oggetti di epoche più recenti. Per altre informazioni visita la sezione "ARCHEOLOGIA E GEOLOGIA".
IL CASTELLO SCALIGERO E LA TORRE DELLA Bastìa: perché ENEGO AVEVA DUE CASTELLI?
Un primo inquadramento dell'area (storico, geografico e della viabilità), permette di comprendere le motivazioni che hanno portato all’edificazione di diversi fortilizi e l’importanza che questi avevano. Per la sua conformazione geofisica, la Valle del Brenta è stata subito identificata come “passo forte” ed i complessi costruiti lungo i suoi versanti andarono a costituire “la chiusa del Canale del Brenta”.
Nel punto in cui la valle si fa più stretta e profonda, dove risultava quindi più semplice il controllo di merci e persone, si trovano alcuni dei complessi strategici: il Covolo del Butistone (lato sinistro della valle) ed il covoletto alla Pala dei Serbi (lato destro della valle); sopra a quest’ultimo, all’estremità dell’Altopiano, fu edificato il Castel dei Meci, o Bastìa, e ad Enego, in paese, il Castello; sulla strada che dal fondovalle porta a Feltre sorgeva il Castello della Scala.
Il fiume Brenta, nasce dal Lago di Caldonazzo, scorre per settanta chilometri circa e sfocia nel porto di Brondolo, nel Golfo di Venezia. Il fiume ha avuto fin da tempi remoti un ruolo fondamentale per l’uomo, come fonte di sostentamento e di energia e come mezzo di collegamento e di spostamento. Dal XIV secolo divenne un’ottima “autostrada” naturale per il trasporto delle zattere cariche di legname, provenienti dall’Altopiano dei Sette Comuni e destinate ai cantieri della Laguna.
Il Covolo del Butistone, di fronte alla Torre della Bastìa, sull’altro lato della valle nel comune di Cismon del Grappa, risulta, attualmente, il complesso architettonico della “chiusa” maggiormente conservato e documentato, sia per quanto riguarda le fonti materiali che quelle documentarie. A circa cinquanta metri di altezza, all’interno della parete rocciosa, in una cavità naturale, è stato edificato il Covolo. L’importanza strategica del fortilizio è evidente: una feritoia (conservata solo in parte) inquadra perfettamente un tratto di strada che attraversa la forra e costeggia la strada moderna; è possibile ipotizzare si tratti di una strada molto antica, di origine romana e di carattere prettamente commerciale, un’alternativa agli altri collegamenti tradizionali, la Claudia Augusta Altinate e l’Opitergium Tridentum.
Le prime testimonianze scritte risalgono ai primi anni del Mille, in concomitanza alle lotte tra Arduino d’Ivrea e la Casa di Sassonia.
LA TORRE DELLA Bastìa
Sul versante opposto della Valle, all’estremità del dosso dell’Altopiano, è stata edificata una torre-castello, conosciuta come Castello dei Meci o Bastìa. Non si conosce il periodo di costruzione, alcuni studiosi ipotizzano origini romane, altri che sia stata costruita dal Vescovo di Padova prima del 1000. Considerando lo stato di degrado nel quale si trova la torre e la mancanza di fonti materiali e scritte, risulta ad oggi difficile tracciare la storia della Bastìa.
Un documento del 1262 cita le proprietà dei signori da Romano nei territori di Enego e Cismon («Imprimis unam rocam super villam Cismonis facta ad modum castri, et habet superuis unam turrim»); a Cismon vi era una torre (detta Rocchetta), che ha lasciato pochissime testimonianze; la torre nominata nel documento potrebbe trattarsi della Bastìa. Sembra strano che nel documento siano nominate tante proprietà nel territorio di Enego e non si nomini il castello della Bastìa. Anche nel 1223 sono nominati numerosi possedimenti dei da Romano nel territorio di Enego.
Bisogna considerare che il territorio di Enego è posizionato lungo il Canale del Brenta e che quindi poteva prestarsi al controllo dei traffici, che si svolgevano fra i territori di pianura ed i paesi tedeschi. Considerando che sul fondovalle lungo la Brenta scorreva una strada molto antica, forse costruita al tempo dei Romani e che sul fianco sinistro del versante era stata utilizzata una grotta naturale per costruirvi un castello (Covolo); era strategicamente importante costruire sul versante opposto una torre-castello per poter controllare i traffici che si svolgevano lungo il Canale. Il dosso detto della Bastìa si prestava a questo, perché permetteva di realizzare una costruzione proprio di fronte al castello del Covolo. Fino a questo momento non si conosce il periodo di costruzione della Bastìa, alcuni studiosi ipotizzano che abbia origini romane, altri che sia stata costruita dal Vescovo di Padova prima del 1000.
Esiste un documento del 1031 dove si nomina il castello di Enego (controllato dal vescovo di Vicenza) e anche se, ultimamente è stato considerato da alcuni studiosi un falso, potrebbe riferirsi alla Bastìa. (Anche se è vero che il vescovo di Padova poteva controllare la vallata del Brenta fin dal 917, è probabile che il vescovo di Vicenza avesse dei possedimenti in zona). Sicuramente, come risulta dai pochi documenti conosciuti fino a questo momento, la Bastìa ha svolto una funzione importantissima di contrasto e disturbo del castello del Covolo fin dal 1300 e dopo anche all’inizio del 1500 e nel periodo napoleonico. Sulla parete sottostante alla Bastìa esiste un Covoletto, che sicuramente ha ospitato dei soldati, perché all’interno e nella zona antistante sono stati ritrovati dei reperti (scodelle, una statuetta in osso, proiettili di pietra).
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